Ispirazione della Parashat – Chukat

וַיְדַבֵּ֣ר יְהֹוָ֔ה אֶל־משֶׁ֥ה וְאֶל־אַֽהֲרֹ֖ן לֵאמֹֽר: זֹ֚את חֻקַּ֣ת הַתּוֹרָ֔ה אֲשֶׁר־צִוָּ֥ה יְהֹוָ֖ה לֵאמֹ֑ר דַּבֵּ֣ר | אֶל־בְּנֵ֣י יִשְׂרָאֵ֗ל וְיִקְח֣וּ אֵלֶ֩יךָ֩ פָרָ֨ה אֲדֻמָּ֜ה תְּמִימָ֗ה אֲשֶׁ֤ר אֵֽין־בָּהּ֙ מ֔וּם אֲשֶׁ֛ר לֹֽא־עָלָ֥ה עָלֶ֖יהָ עֹֽל: וּנְתַתֶּ֣ם אֹתָ֔הּ אֶל־אֶלְעָזָ֖ר הַכֹּהֵ֑ן וְהוֹצִ֤יא אֹתָהּ֙ אֶל־מִח֣וּץ לַמַּֽחֲנֶ֔ה וְשָׁחַ֥ט אֹתָ֖הּ לְפָנָֽיו: וְלָקַ֞ח אֶלְעָזָ֧ר הַכֹּהֵ֛ן מִדָּמָ֖הּ בְּאֶצְבָּע֑וֹ וְהִזָּ֞ה אֶל־נֹ֨כַח פְּנֵ֧י אֹֽהֶל־מוֹעֵ֛ד מִדָּמָ֖הּ שֶׁ֥בַע פְּעָמִֽים: וְשָׂרַ֥ף אֶת־הַפָּרָ֖ה לְעֵינָ֑יו אֶת־עֹרָ֤הּ וְאֶת־בְּשָׂרָהּ֙ וְאֶת־דָּמָ֔הּ עַל־פִּרְשָׁ֖הּ יִשְׂרֹֽף: וְלָקַ֣ח הַכֹּהֵ֗ן עֵ֥ץ אֶ֛רֶז וְאֵז֖וֹב וּשְׁנִ֣י תוֹלָ֑עַת וְהִשְׁלִ֕יךְ אֶל־תּ֖וֹךְ שְׂרֵפַ֥ת הַפָּרָֽה:

L’Eterno parlò ancora a Mosè e ad Aaronne, dicendo: ‘Questo è l’ordine della legge che l’Eterno ha prescritta dicendo: Di’ ai figliuoli d’Israele che ti menino una giovenca rossa, senza macchia, senza difetti, e che non abbia mai portato il giogo. E la darete al sacerdote Eleazar, che la condurrà fuori del campo e la farà scannare in sua presenza. Il sacerdote Eleazar prenderà col dito del sangue della giovenca e ne farà sette volte l’aspersione dal lato dell’ingresso della tenda di convegno; poi si brucerà la giovenca sotto gli occhi di lui; se ne brucerà la pelle, la carne e il sangue con i suoi escrementi. Il sacerdote prenderà quindi del legno di cedro, dell’issopo, della stoffa scarlatta, e getterà tutto in mezzo al fuoco che consuma la giovenca.

Numeri 19:1-6

La porzione di Torah di questa settimana contiene la più importante di tutte le mitzvot senza spiegazione, la giovenca rossa. La porzione descrive una cerimonia piuttosto complessa per produrre l’acqua che viene utilizzata per la decontaminazione rituale. L’acqua di decontaminazione può essere diluita all’infinito; di conseguenza, in tutta la storia di Israele sono state utilizzate solo 9 giovenche rosse per produrre l’acqua di decontaminazione. I saggi ci spiegano che la giovenca rossa, necessaria per ricostruire il Tempio, annuncerà il ritorno del Messia.

Nei tempi moderni non si pone l’accento, né si presta attenzione, alla contaminazione rituale. Nella Torah, la contaminazione rituale è chiaramente una questione molto importante. Una delle domande importanti che dobbiamo porci è: perché? Perché la contaminazione rituale è importante?

La contaminazione rituale può avere diverse origini. Queste origini sono apparentemente non correlate. Il contatto con un cadavere, le malattie della pelle e la partecipazione a determinati rituali lasciano una persona in uno stato di contaminazione. Ma cos’è questa contaminazione? Che significato ha la contaminazione? La contaminazione ci ricorda la connessione che abbiamo tra ciò che è all’interno del tempo e dello spazio e ciò che non è all’interno del tempo e dello spazio. La contaminazione rituale è una condizione spirituale, cioè una condizione della Ruach e della Neshama. La condizione di contaminazione rituale esiste al di fuori del tempo e dello spazio, tuttavia il rimedio per la contaminazione deve essere eseguito all’interno del tempo e dello spazio. Questo riconoscimento di una condizione del Ruach e della Neshama, e il riconoscimento che è necessario un rimedio fisico, ci mantiene mentalmente in uno stato di connessione tra ciò che è al di fuori del tempo e dello spazio e ciò che è fisico. Questo è un principio fondamentale della Torah: dobbiamo tenere costantemente presente che siamo connessi, sia fisicamente che spiritualmente, e dobbiamo agire di conseguenza. Shabbat shalom.

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Rabbi Steven Bernstein

Steve was born on Lag B’Omer in Ann Arbor, MI but was raised in Gainesville, FL. The son of two University of Florida professors, he excelled in the sciences in school. In addition to his normal academic studies, he pursued his Jewish education studying with many Rabbis and professors of Judaic Studies from the University including visiting Rabbis such as Abraham Joshua Heschel and Shlomo Carlebach.